LONDRA - Meglio delle previsioni e in marcia verso il consolidamento della crescita sulla scia di utili prima delle tasse più che raddoppiati avendo raggiunto gli 8,7 miliardi di sterline. I conti di Vodafone indicano lo spartiacque con i giorni più cupi della crisi facendo segnare numeri in linea, o marginalmente migliori, di quanto era stato ipotizzato. L'ebitda del secondo più grande operatore di telefonia mobile al mondo per volume d'affari è a quota 14,7 miliardi di sterline (+1,7%), il fatturato ha toccato i 44,5 miliardi contro i 44,3 ipotizzati con un progresso dell'8,4% che al netto di cambi e acquizioni equivale a una contrazione del 2,3 per cento.

Dopo aver centrato e superato l'utile operativo che si era posta, Vodafone, prevede un progressivo miglioramento negli anni a venire entro una forchetta che oscillerà fra gli 11,2 e i 12 miliardi di sterline. Particolarmente positivi i numeri sul free cash flow che, a quota 7,3 miliardi, supera anche le stime di febbraio ed è destinato, secondo i calcoli del gruppo, a mantenersi fra i 6 e i 7 miliardi all'anno nei prossimi tre anni. Da qui al 2013 anche il dividendo dovrebbe continuare a tracciare una traiettoria di crescita solida. Nell'esercizio 2009-2010, complessivamente, la cedola è arrivata a 8,31 pence con un aumento del 7 per cento. Simile andamento è calcolato per i prossimi tre esercizi.

«Stiamo costruendo una società più forte, ben posizionata per la crescita nel 2011 in linea con lo sviluppo economico nei nostri mercati di riferimento». Vittorio Colao ha salutato così i risultati del gruppo che guida precisando che il piano di tagli e risparmi del valore di un miliardo di sterline è stato completato un anno prima del previsto e un altro programma analogo, anche in questo caso biennale, è già stato messo in cantiere.

Il ceo di Vodafone nel corso della presentazione agli analisti ha sottolineato ripetutamente che le aree core del gruppo sono e rimangono Europa, Africa subsahariana e India. E proprio dall'India, la regione dove la crescita del gruppo è stata più tumultuosa, sono giunte notizie non positive, con svalutazioni di asset per più di 2 miliardi di sterline.

Numeri che pesano sui bilanci e che sono il frutto ultimo sia dell'accresciuta concorrenza fra i maggiori operatori impegnati in consistenti riduzioni tariffarie, sia dell'asta per i servizi wireless di terza generazione. Le offerte dopo un mese hanno raggiunto i 3,6 miliardi di dollari, un multiplo di quanto era previsto. Nel sub continente Vodafone è anche impegnata – secondo i media indiani – in un contenzioso fiscale da 2 miliardi di dollari. Eppure in India, Vodafone, è ormai al secondo posto, avendo strappato consistenti fette di mercato agli altri concorrenti e avendo stabilmente sfondato quota 100 milioni di clienti. Il gruppo è in netta progressione anche in un altro mercato in rapido sviluppo, quello turco. Buona, anche se in taluni casi, come la Spagna, difficoltosa, la prospettiva nelle piazze più mature dell'Europa occidentale. Nel Regno Unito, quartier generale di Vodafone, il trend del fatturato è in progresso e Colao ha salutato positivamente il recente consolidamento fra operatori.

La questione più delicata è,evidentemente, l'India. Mercato dal potenziale enorme (in Cina Vodafone ha una partecipazione in China Mobile che ha un valore di circa 6,5 miliardi) che ha bisogno «disperatamente», ha commentato il ceo del gruppo, di infrastrutture. E non solo. Anche di una politica industriale mirata per agevolare la crescita del sistema delle telecomunicazioni.

 

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